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14/10/2025
La vulvodinia è una condizione ginecologica spesso poco conosciuta ma altamente invalidante, che colpisce molte donne di ogni età. Si manifesta con dolore cronico nella zona vulvare, in assenza di cause identificabili, e può influire profondamente sulla qualità della vita quotidiana e sessuale.
In questo articolo, approfondiamo cos’è la vulvodinia, quali sono i sintomi principali, come viene diagnosticata e quali trattamenti sono oggi disponibili.
La vulvodinia è una sindrome dolorosa cronica localizzata nella zona vulvare, che persiste per almeno tre mesi senza una causa organica evidente. Si tratta di una condizione di tipo neuropatico, che coinvolge il sistema nervoso e può essere spontanea o provocata da stimoli minimi, come il contatto con indumenti o durante i rapporti sessuali.
È importante sottolineare che la vulvodinia non è una malattia infettiva né trasmissibile, ma può avere un forte impatto psicologico e fisico sulla donna che ne soffre.
Il sintomo principale è il dolore persistente o ricorrente nella zona vulvare, spesso descritto come bruciore, pizzicore, irritazione o sensazione di abrasione. In alcuni casi, il dolore può essere costante; in altri, si presenta solo in seguito a pressioni o stimolazioni, come durante i rapporti sessuali (la condizione si chiama dispareunia), nell’inserimento di tamponi interni, nello stare sedute molto a lungo o persino con l’uso di indumenti attillati.
La sintomatologia può variare da lieve a severa, e spesso non corrisponde a segni visibili all'esame clinico, rendendo la diagnosi più complessa.
Le cause della vulvodinia non sono ancora del tutto chiare ma la ricerca suggerisce che si tratti di una condizione multifattoriale.
Gli specialisti individuano tra i principali fattori predisponenti:
disfunzioni del pavimento pelvico
ipersensibilità dei nervi vulvari (neuropatia)
infezioni pregresse (es. candidosi ricorrente)
squilibri ormonali o uso prolungato di contraccettivi ormonali
traumi o microtraumi locali (es. episiotomie, rapporti dolorosi)
fattori psicologici come stress, ansia o depressione
Il trattamento della vulvodinia richiede un approccio multidisciplinare, personalizzato e graduale, che tenga conto delle caratteristiche specifiche di ogni paziente. Non esiste una cura “standard” valida per tutte, ma piuttosto una combinazione di terapie mirate a ridurre il dolore, migliorare la qualità della vita e recuperare una piena funzionalità sessuale e relazionale.
Ecco i principali trattamenti attualmente riconosciuti per la gestione della vulvodinia:
I farmaci impiegati non agiscono direttamente sulla causa (spesso non identificabile) ma servono a modulare il dolore di tipo neuropatico. Le principali classi di farmaci utilizzate includono:
Tutti i trattamenti farmacologici devono essere prescritti e monitorati da uno specialista esperto in vulvodinia.
Uno dei pilastri del trattamento è la rieducazione del pavimento pelvico, in quanto molte pazienti affette da vulvodinia presentano ipertono muscolare, cioè una contrattura dei muscoli della zona genitale.
La fisioterapia può includere:
Il dolore cronico e la compromissione della sfera sessuale associati alla vulvodinia possono generare o accentuare:
Il supporto di uno psicologo o sessuologo clinico è spesso indicato per accompagnare la paziente in un percorso di accettazione, elaborazione e gestione del dolore, con interventi di psicoterapia cognitivo-comportamentale, terapia di coppia o mindfulness.
A seconda dei bisogni individuali, possono essere integrate anche terapie complementari, come:
Un aspetto fondamentale del trattamento è l’educazione della paziente a riconoscere e ridurre i fattori che aggravano il dolore, come:
Presso GCS Point, abbiamo studiato un protocollo originale di cura della vulvodinia, seguito da un’équipe composta da ostetriche, ginecologi, fisioterapisti, osteopati e psicologi, per garantire un approccio globale ed efficace.
Il nostro protocollo integrato, che combina la stimolazione magnetica transcranica profonda (Deep TMS) e l’utilizzo dell’elettroporatore vaginale (EPV) con prodotto topico incluso, rappresenta una novità terapeutica altamente promettente.
Perchè agisce su due livelli complementari: cervello e periferia.
La Deep TMS stimola in modo non invasivo aree specifiche del cervello coinvolte nella percezione del dolore cronico, nella modulazione emotiva e nei meccanismi centrali della sensibilizzazione del dolore.
L’EPV, applicato localmente, migliora la penetrazione del principio attivo attraverso le mucose vaginali, favorendo un’azione antinfiammatoria, rigenerativa e desensibilizzante direttamente sulla zona vulvare.
Il trattamento si articola in 4 settimane:
In totale il protocollo prevede 8 sedute EPV e 5 sedute Deep TMS, in un arco temporale breve e gestibile.
Entrambe le tecnologie sono non farmacologiche e non invasive. La Deep TMS, già approvata FDA per altre condizioni neurologiche e psichiatriche, come la depressione e il disturbo ossessivo-compulsivo, ha dimostrato una notevole efficacia nella modulazione del dolore cronico in studi emergenti. L’EPV è ben tollerato, e l'applicazione locale del prodotto è inclusa nel trattamento, rendendo l'esperienza semplice e completa per la paziente.
Questo approccio integrato segna un cambiamento di paradigma nel trattamento della vulvodinia, offrendo nuove speranze a chi convive da anni con dolore e frustrazione.
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