Che cos’è l’idrocefalo?

Il termine idrocefalo deriva da due parole di origine greca: hydro (acqua) e kephalé (testa), per indicare l’accumulo in eccesso di liquido cerebrospinale nei ventricoli e nello spazio subaracnoideo del cervello.

Il liquido cerebrospinale viene prodotto continuamente e riassorbito nel circolo sanguigno. Quando viene destabilizzato questo equilibrio di produzione/riassorbimento, il liquor si accumula nei ventricoli e nello spazio subaracnoideo, provocando ipertensione intracranica e innescando una serie di eventi che conducono all’insorgenza dell’idrocefalo.

Nel caso in cui l’idrocefalo si sviluppi in un neonato, si verificherà un quadro di macrocefalia.

Tipologie di idrocefalo

Esistono 3 tipologie di idrocefalo:

  • Idrocefalo non comunicante (forma ostruttiva): quando il liquido cerebrospinale ostruisce il sistema ventricolare
  • Idrocefalo comunicante (forma non ostruttiva): in caso di assorbimento inadeguato del liquido cerebrospinale
  • Idrocefalo normoteso: in caso di aumento di volume del liquido cerebrospinale nei ventricoli cerebrali con scarso o assente aumento della pressione intracranica

Idrocefalo: sintomi e cause

La sintomatologia può essere diversa a seconda che si tratti di un neonato, un bambino o un adulto.
Nei neonati e nei bambini fino a 2 anni possono essere riscontrate: aumento della circonferenza cranica, inappetenza, vomito, episodi di epilessia e convulsioni.

Nei bambini più grandi e negli adulti possono verificarsi: alterazioni dell’umore, della vista e delle capacità mnemoniche, incontinenza vescicale/intestinale.

Tra le cause scatenanti di idrocefalo abbiamo:

  • tumori cerebrali
  • emorragie
  • encefalite
  • meningite
  • spina bifida
  • encefalocele
  • trauma cranico

Idrocefalo nel neonato

Durante i primi mesi di vita, le ossa craniche del neonato non si sono ancora saldate e vi è un’alta probabilità di insorgenza dell’idrocefalo.
La forma più frequente durante il periodo neonatale è l’idrocefalo post-emorragico, con prevalenza nei neonati nati pretermine e con pesi molto bassi (1,500 kg o inferiore).
In questi casi, le cause possono essere malformazioni congenite, alterazioni genetiche, infezioni intrauterine, tumori ed emorragie cerebrali.

Come diagnosticare e curare l’idrocefalo

Risonanza magnetica per idrocefalo

Per accertare un sospetto di idrocefalo è opportuno prenotare una visita neurochirurgica e sottoporsi ad alcune strumentazioni e metodi diagnostici:

  • ecografia prenatale o fontanellare nei neonati
  • RM o TC nei bimbi più grandi e negli adulti

Se l’idrocefalo non viene curato, possono ridursi le aspettative di vita entro i primi anni d’età. Tuttavia, il trattamento dipende da vari fattori come la gravità e la causa.

In alcuni casi si può agire attraverso punture lombari evacuative (rachicentesi) che, tuttavia, permettono di tamponare momentaneamente il problema.

Il vero trattamento per l’idrocefalo è il trattamento neurochirurgico che prevede:

  • inserimento di un sistema di drenaggio (shunt chirurgico)
  • ventricolostomia, una procedura chirurgica attraverso cui il chirurgo, avvalendosi di una microcamera, consente il passaggio del liquor fuori dal cervello praticando un piccolo foro in uno dei ventricoli cerebrali.

In seguito al trattamento di idrocefalo, è molto importante che il paziente si sottoponga a costanti e regolari visite di controllo.